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Quando si rimane soli, dopo aver perso il partner della propria vita a causa di un evento improvviso o una lunga malattia, si manifesta un profondo senso di smarrimento, seguito poi da innumerevoli domande, tutte comprensibili, su quello che sarà il futuro della propria esistenza, poiché non si può mai sapere con certezza come andranno le cose.
La vedovanza: una sfida ardua
Parlare di vedovanza equivale a parlare di solitudine. E stare soli è veramente difficile, specialmente dopo aver condiviso una vita intera con la persona amata. Chi sopravvive e affronta queste emozioni spesso si sente sopraffatto e inizia a detestare profondamente quello stato di confusione che sopraggiunge immediatamente dopo essere diventato vedovo/a.

Non si tratta solo di una questione sentimentale, però; parliamo anche di una questione puramente economica, soprattutto quando per molti anni vi siete sostenuti a vicenda e vi siete incoraggiati l’un l’altro superando anche i momenti più complicati e che non sempre sono stati economicamente favorevoli per voi e la vostra famiglia.
Ed è come se, in un solo istante, fosse cambiato completamente tutto e improvvisamente tutto ciò che era diventato familiare, quotidiano, parte integrante della propria vita, svanisse nel nulla, come se non fosse mai davvero esistito. È una sensazione disarmante, che lascia un vuoto profondo e rende ancora più difficile affrontare il dolore del lutto e della separazione.
Un sostegno concreto: l’assegno di vedovanza
Per una serie di ragioni che possono essere spiegate in questo articolo, lo Stato Italiano presta una certa attenzione a chi perde il proprio compagno di vita e necessita di un aiuto economico sincero e reale che viene concesso però seguendo alcune condizioni specifiche che cercheremo di illustrarti nel modo più chiaro possibile.

Nel frattempo, l’aiuto economico si chiama Assegno di Vedovanza, e si rivolge a tutti coloro, uomini o donne, che sono rimasti senza il coniuge, e che si trovano in una situazione economica piuttosto precaria. Ma devono possedere anche un requisito fondamentale: per ottenere l’assegno devono essere impossibilitati a svolgere qualsiasi tipo di lavoro a causa di una disabilità .
Per chi quindi vive in una condizione di difficoltà e a questa poi si aggiunge anche un profondo senso di incertezza nei confronti del futuro, si presenta quella possibilità di un minimo di riscatto utile per tornare almeno a respirare e magari anche a sorridere un po’ di più alla vita.
Ma come si ottiene?
Naturalmente, la soluzione economica non risolverà certamente la vostra condizione di grande sofferenza emotiva, ma si può almeno cercare di porre rimedio per quanto riguarda l’aspetto economico, per garantire una vita dignitosa a chi rimane. Nel frattempo, cercate sempre di presentare subito la domanda per la pensione di reversibilità , che è già un ottimo sostegno.

Una volta raggiunto questo importante obiettivo, potrai fare richiesta per l’assegno di vedovanza, un supporto economico mensile aggiuntivo che può essere cumulato con eventuali altre pensioni già percepite. Tuttavia, per poter accedere a questo beneficio senza incontrare restrizioni o ostacoli burocratici, è fondamentale che la tua situazione rispetti determinati requisiti precisi, chiari e inderogabili previsti dalla normativa vigente.
Nel frattempo, devi essere titolare di una pensione di reversibilità , il primo requisito che comprova la tua vedovanza; inoltre cerca di essere già iscritto al Servizio Sanitario Nazionale come familiare a carico; è necessario anche che tu abbia un ISEE che sia inferiore alla soglia stabilita che non deve superare i 20.000 euro, e non devi ovviamente risposarti altrimenti ti verrà tutto automaticamente revocato.
A quanto corrisponde questo assegno?
L’importo non è definibile con una cifra fissa. Ma dipende dall’ammontare dello stipendio già percepito dal coniuge deceduto prima della sua scomparsa. Di solito, si aggira intorno ai 100 euro al mese, ma tutto dipende sempre e solo dall’ISEE familiare e dalla categoria di pensione. Può sembrare decisamente poco, ma in un anno alla fine 100 euro al mese netti rappresentano davvero un buon compromesso.

Puoi richiederlo facilmente da solo, presentando domanda direttamente attraverso il sito dell’INPS, oppure puoi rivolgerti a un patronato o a un CAF dove ti verranno richiesti tutti i documenti necessari al caso. Ricordati di presentare sempre documento di identità , codice fiscale e certificazione ISEE sempre aggiornata, e ovviamente tutti i dati della pensione che percepisci già .
I tempi di attesa nella maggior parte dei casi non superano i 60 giorni, ma il pagamento potrebbe essere anche retroattivo, consentendoti, cioè di recuperare quanto perso dal momento della morte del coniuge fino ad arrivare al momento in cui la tua richiesta di pensione viene accertata e ovviamente accettata e pagato tutto in un’unica soluzione.
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